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lunedì 1 dicembre 2014

Diario di scuola - Daniel Pennac

Sono nata in una famiglia di insegnanti. Mia nonna maestra elementare, mia zia insegnante alle scuole medie e mia madre professoressa alle superiori. All'ora di pranzo, la proverbiale domanda "com'è andata a scuola?" non veniva rivolta soltanto ai figli, ma si trasformava in un vivace dibattito cui tutti contribuivano con le proprie esperienze. Dovete immaginare una scena simile: mentre io raccontavo di un compito in classe, mia zia parlava della difficoltà di valutarli, mia madre raccontava di quell'alunno così bravo e di quell'altro che non sapeva come prendere, mio fratello ci riferiva l'ultima trovata del prof. che piaceva tanto a tutti... E mia nonna, voce fuori campo, che a volte contribuiva con un episodio dei tempi in cui, ormai taaaaaanti anni fa, insegnava alle scuole elementari! Adesso immaginate questa scena ripetersi per anni, praticamente tutti i giorni...

Perchè questa premessa? Perchè farvi fare l'esercizio mentale di immaginare le discussioni familiari intorno alla tavola da pranzo? Semplice, per introdurre il libro del giorno, Diario di scuola di Daniel Pennac. Piccola ulteriore premessa/parentesi/spassionato consiglio: se ne avete la possibilità, leggete Diario di un corpo, sempre di Pennac, che solo adesso mi rendo conto avere un titolo molto simile al libro di cui parlerò oggi. Comunque! Ho letto Diario di un corpo quest'estate, quindi non potrei parlarne sul blog, ma lo faccio lo stesso imploradovi di leggerlo: un'idea straordinaria e una narrazione acuta e delicata. Non dico altro, ma compratelo :)
E adesso veniamo all'altro Diario, quello che siede sulla mia scrivania. Sento dire spesso che Pennac è un autore che si ama o si odia. Dopo aver letto Diario di un corpo quest'estate, ero convinta di far parte della metà del mondo che lo ama. Dopo Diario di scuola mi chiedo se la lettura estiva costituisca una felice eccezione o se non sia invece questa raccolta di pensieri/saggio/autobiografia a essere una particolarità infelice. Provo a spiegarmi. Il libro di Pennac sulla scuola si legge velocemente, ma mi sembra che questa scrittura così agile sia messa al servizio di idee tutto sommato banali. E qui si spiega la mia premessa. Non sarà forse che io le trovo banali perchè per anni ho affrontato gli stessi argomenti in famiglia? Poi però mi chiedo: a chi è rivolto questo testo? Ai lettori attirati dalla pagella riportata in copertina e incuriositi dal passato da "somaro" dell'autore? Forse, e ammetto che la parte in cui Pennac ripercorre i suoi insuccessi scolastici è quella che ho trovato più divertente e interessante. Per il resto, Diario di scuola mi sembra banale se rivolto agli insegnanti e troppo complesso se rivolto agli studenti.
Credo che il suo merito sia quello di sollevare la problematica della scuola in una forma in grado di raggiungere il grande pubblico. E non c'è dubbio che la riflessione in questo senso vada incoraggiata. Ci saranno forse lettori che grazie a queste pagine avranno riflettuto a fondo per la prima volta sul ruolo della scuola, e su quanto sia fondamentale non andare esclusivamente in cerca di studenti "modello" lasciando indietro i "somari". Se così fosse, Pennac avrà raggiunto il suo scopo.
Per quanto mi riguarda, nonostante stia essendo molto critica nei confronti del libro, sono abbastanza d'accordo con le opinioni di Pennac sulla scuola. Leggendo queste pagine mi sono resa conto di doverle molto, quindi vorrei che questo post fosse anche un ringraziamento :)

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