Lo so, sono in ritardo. Ammetto anche
di aver pensato di andare in ferie finchè non sarà passao il
Natale. Ma so che c'è qualcuno che ci resta male se il lunedì non
trova il libro della settimana e quindi non posso esimermi, anche se
in ritardo, dallo scrivere questo post. Tanto più che sono in treno
e, a parte ronfare a bocca aperta tra gli sguardi di disapprovazione
dei miei compagni di viaggio, non riesco a pensare a un'attività
migliore.
Veniamo al libro. Raramente un titolo è
stato così azzeccato, così assolutamente adatto ad un periodo della
mia vita. Il libro di oggi si intitola Casino Totale,
di Jean-Claude Izzo. Come quello del post precedente, anche questo è
il frutto della mia razzia alla fiera della media e piccola editoria
di Roma. Lo sottolineo perchè Casino Totale è
un libro che in condizioni normali, cioè in una delle mie spedizioni
in libreria, non avrei mai comprato. Non amo i thriller, i noir e i
polizieschi. L'unico testo di questo genere che mi abbia davvero
appassionata è Uomini che odiano le donne.
Quando devo scegliere un libro, quindi, passo sempre oltre lo
scaffale dei gialli e dei thriller.
E
invece a Roma, ferma allo stand della E/O,
la casa editrice di Elena Ferrante e de L'eleganza del
riccio, mi sono fatta covincere
ad acquistare un noir. Come per Uomini che odiano le donne,
si tratta del primo volume di una trilogia. E come Stieg Larsson,
anche Jean-Claude Izzo è scomparso improvvisamente, soli 55 anni. Le
coincidenze insomma, anche se un po' macabre, c'erano tutte. Non mi
restava che mettermi a leggere.
Sarà
una deformazione "professionale" (lo metto tra virgolette,
perchè magari lo fosse davvero!) dovuta alle mie ultime esperienze,
ma la prima cosa che mi ha positivamente colpita in questo libro è
il geniale cambio di narratore che avviene dopo i primi due capitoli.
Ecco, probabilmente nessuno di voi si è mai interrogato su che tipo
di narratore stia raccontando il romanzo che legge. A dire tutta la
verità, fino a poco tempo fa non l'avevo mai fatto nemmeno io. Se vi
va di iniziare, è un esperimento molto divertente. Pensate
all'ultimo libro che avete letto o a quello che state leggendo: il
narratore è esterno o interno? È onnisciente? Cambia di capitolo in
capitolo, e perchè? Secondo me è una riflessione che dice molto
anche sullo stile e la tecnica narrativa. Ok, basta con le cose
noiose...
O
forse no! L'altra deformazione "professionale"che ho
sviluppato in questo periodo, infatti, mi impediva di ignorare una
particolarità dello stile di Izzo che a volte mi risultava
fastidiosa. La paratassi. Tanta. Tantissima. Frasi minime. Spezzate.
Forse troppe. Ho reso l'idea? A volte la tecnica rende bene, aumenta
la tensione, tiene incollati alle pagine. Altre volte fa venir voglia
di prendere la penna e mettere insieme due frasi che non avrebbero
motivo di essere separate.
Quanto
alla trama, una storia di amicizia e vendetta ambientata a Marsiglia,
a tratti mi ha intrigata, mentre in più di un'occasione ho avuto
difficoltà a seguire le intricate vicende della malavita
marsigliese. Ma questa seconda impressione dev'essere legata al mio
scarso amore per il thriller più che ad un'incapacità dell'autore.
Il mio
consiglio? Se siete amanti del genere probabilmente vi piacerà. Per
quanto mi riguarda non posso dire che la lettura mi sia dispiaciuta,
ma non credo che comprerò gli altri libri della trilogia.
Tra me
e il thriller non corre ancora buon sangue :)
Buona
vigilia a tutti!
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