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lunedì 8 dicembre 2014

Barbablù - Amélie Nothomb

Ogni libro ha il suo momento, nella vita di una persona. Alcuni libri hanno più di un momento, ma quelli sono un'altra storia.
Dopo aver passato diverse settimane a lagnarmi perchè "non avevo nulla da fare" e anche perchè "mi sento inutile", gli impegni e i compiti da portare a termine, le decisioni e i treni da prendere mi sono piovuti addosso tutti insieme. Ben mi sta, penserete voi. Sono d'accordo, mi sta decisamente bene. Quello che non mi sta bene, però, è che, per forza di cose, ho meno tempo da dedicare alla lettura. Però c'è l'appuntamento del lunedì, e a questo appuntamento non posso assolutamente mancare. Lo ammetto, per ovviare al problema ho provato a imbrogliare: a metà settimana, oberata dagli impegni, ho arraffato dallo scaffale di un amico il libro più corto della sua collezione. Poi però ho iniziato a leggere, ed è iniziata la magia. Non solo ho finito il libro in questione in un giorno, ma mi sono introdotta di nascosto nella camera del sopracitato amico per rubarne un altro della stessa autrice, e ho divorato anche quello! Le pagine capaci di scatenare cotanta estasi sono quelle di due brevi romanzi della scrittrice belga Amélie Nothomb, Barbablù e il viaggio d'inverno.


La Nothomb è di origine belga ma è nata in Giappone, dove il padre all'epoca faceva il diplomatico. Ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza in giro per il mondo, seguendo i genitori nei loro spostamenti lavorativi. Ha pubblicato una serie di romanzi di successo a partire dal 1992, e in effetti avevo sentito parlare bene di lei già qualche anno fa, ma la mia idiosincrasia per il francese di cui parlavo qualche post fa mi aveva sempre trattenuta dall'iniziare la lettura.
Sottolineo le ultime parole, iniziare la lettura, perchè proprio di questo si tratta. Le parole della Nothomb prendono da subito, sono uno di quei casi felici in cui sin dalla prima pagina sai che arriverai in fondo al romanzo senza avere problemi di concentrazione, e che non ci sarà momento di pausa dalle altre attività che non vorrai dedicare alla lettura.
Nello specifico, la vicenda di Barbablù (anche se ho letto due libri, parlerò solo di questo) è liberamente ispirata alla nota fiaba di Perrault. Ho una certa difficoltà a chiamare "fiaba" quella di Barbablù perchè ricordo di averla letta da bambina con un certo sgomento. Se l'intento pedagogico era quello di scoraggiare l'eccessiva curiosità, direi che è tutt'altro che riuscito! A me Barbablù metteva soltanto l'ansia!
La variante moderna della Nothomb è ambientata a Parigi, dove un ricco nobiluomo spagnolo offre una camera dotata di tutti i comfort a soli 500 euro al mese (e avendo provato i reali "comfort" del centro di Parigi, trovo l'espediente narrativo perfettamente riuscito!). C'è un'unica controindicazione: tutte le precedenti coinquiline del nobiluomo sono sparite nel nulla. Saturnine, giovane donna intelligente e all'inizio della carriera accademica, accetta di vivere lì, apparentemente incurante del pericolo. Come al solito, non dico altro sulla trama. L'aspetto che ho trovato più interessante, al di là delle varianti apportate alla fiaba originali, è il fatto che il romanzo sia in tutto e per tutto improbabile, e in un certo qual modo consapevole della propria improbabilità. È come se dicesse: "Ebbene sì, è insensato e inverosimile. Tanto vale spingere insensatezza e inverosimiglianza all'estremo."
Sono proprio questi estremi a rendere i dialoghi acuti e al tempo stesso esilaranti e a produrre un ritmo narrativo agile e mai noioso. Barbablù è un libro che si legge tutto d'un fiato, e si finisce con lo spirito giusto tempo per aprirne un altro (approposito, Il viaggio d'inverno ha uno degli attacchi più belli che io abbia mai letto)! Sì, perchè anche se non devo dire niente sul finale, posso promettere che è molto meno inquietante dell'originale :)

Buon Albero a tutti,
Rachele

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