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lunedì 26 gennaio 2015

Smith & Wesson - Alessandro Baricco



Ultimamente mi è capitato di chiedermi fino a che punto, in un romanzo, si possa lasciar spazio all’inverosimile senza evitare di ricadere nel ridicolo. Domanda strana, a ben pensarci, perché ogni opera letteraria si basa in fondo su una finzione, e farsi una domanda come quella di qui sopra equivarrebbe a chiedersi fino a che punto si debba mantenere il realismo in una finzione. Forse la questione va soltanto definita meglio. Ci ho pensato un po’, e credo che quando diciamo di un romanzo (o di un film, o di un pezzo teatrale) “non mi piace perché non è verosimile” stiamo o esprimendo un nostro gusto personale (è perfettamente normale che non a tutti piaccia il fantasy, o gli horror sugli zombie) o affermando il nostro fastidio per il fatto che il testo manca di coerenza interna. La coerenza interna è esattamente quel meccanismo che ci fa accettare di buon grado che Harry Potter voli su manici di scopa ma ci farebbe storcere il naso se in un romanzo realistico di Verga comparisse all’improvviso un cavallo alato.

Ma tutto questo riflettere sulla coerenza interna mi sta portando un po’ fuori strada e mi sto allontanando dal libro del giorno, Smith & Wesson, l’ultima fatica di Alessandro Baricco in forma di pièce teatrale.
Baricco, si sa, è abbastanza una sicurezza, ma a volte mi ha lasciata un po’ perplessa. Non vi nascondo poi che nutro un certo fastidio nei confronti di libri che si leggono in un’ora ma costano un piccolo capitale. Per fortuna anche questa volta non ho messo mano al portafogli ma mi sono limitata ad attingere dalle biblioteche altrui ;)
Prescindendo dalla mia crociata contro i prezzi troppo elevati dei libri, questa volta Baricco non mi ha delusa. A Smith & Wesson bisogna approcciarsi con una certa preparazione spirituale, o almeno io devo farlo ogni volta che leggo qualcosa che si discosti dalla definizione di romanzo. In questo caso, però, lo sforzo è più che meritato

E forse a questo punto è il caso di chiarire cosa c’entri la mia introduzione sulla verosimiglianza con il libro del giorno. C’entra perché leggendo il libro mi sono ritrovata a pensare: “Ma dai… è impossibile!” Ma poi mi sono resa conto che quello che leggevo non era impossibile, tutt’altro.
Era paradossale. E metaforico. Ed estremamente ben riuscito. Eh sì, perché tra inverosimile e paradossale c’è una differenza sottile che solo i grandi autori sanno sfruttare a loro favore. Non è per niente facile costruire una storia paradossale che sia al tempo stesso una metafora sulla vita e sulla morte. E poi… E poi mi sentirei in colpa a dire altro di un libro che si legge in così poco tempo!
Quindi per oggi basta così, e se avete un amico che ha comprato Smith & Wesson, correte a rubarglielo ;)

2 commenti:

  1. Io corro a rubare il tuo, nonostante tu l'abbia già "trafugato" a qualcun altro!!!

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  2. Ahh bene! Vedo che hai messo il form per unirsi ai lettori fissi! Fatto subito!
    Come hai letto, anche a me è piaciuto questo libro! E vorrei anch'io consigliartene uno, ovvero 'Seta'! Se non ce l'hai, corri a prenderlo!!

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