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venerdì 27 febbraio 2015

Mercoledì delle ceneri - Ethan Hawke



Sì, avete letto bene. E no, non è un caso di omonimia.
 L'autore del libro del giorno è proprio l'Ethan Hawke attore di Hollywood. Per chi non lo ricordasse o non avesse idea di chi sia, ha interpretato il ruolo del padre nel recente (e molto bello) Boyhood nonchè, molto tempo fa, quello di uno degli allievi di Robin Williams nello spendido L'attimo fuggente.

Mi è sempre piaciuto Ethan Hawke come attore, impressione confermata di recente dopo averlo visto in Boyhood, ma non avevo assolutamente idea che scrivesse anche romanzi, quindi mi sono subito incuriosita.
Il mio primo pensiero dopo aver visto il libro, infatti, è stato di assicurarmi che fosse proprio lui. E così ho scoperto che Mercoledì delle ceneri non è il primo ma il secondo romanzo di Hawke, già autore di Amore giovane, dal quale è stato peraltro tratto un film da lui diretto.

Subito dopo, però, ho ceduto alla curiosità e ho fatto una cosa che non faccio mai: ho letto la quarta di copertina. Non che io abbia qualcosa contro le copertine: sarebbe una follia, visto che metà dei libri che compro senza saperne nulla vengono scelti sulla base dell'immagine in copertina (i poteri del marketing) e dei giudizi di autorevoli critici appositamente piazzati in bella vista.
Non è tutto questo che mi infastidisce. I libri sono un prodotto e in quanto tale deve essere venduto, utilizzando ogni strategia di marketing che si ritenga opportuna.

L'aspetto che scatena la mia ira funesta (esagerazione retorica, ci tengo a sottolineare), invece, è la presenza in quarta di copertina della sinossi della trama.
Mi rendo conto che si tratta di una posizione decisamente personale, ma prima di iniziare a leggere un libro io non voglio sapere "di cosa parla". Posso accettare un paio di accenni, utili a capire se il genere può interessarmi e se è il caso di procedere con l’acquisto, ma nulla di più.
La mia quarta di copertina ideale deve incuriosire ed interessare il lettore senza mai rivelare troppi dettagli.
Quando leggo, mi piace immergermi nella storia a poco a poco. Mi piace che sia l’autore ad accompagnarmi dove vuole, a mostrarmi i luoghi dove si svolgerà la vicenda e a presentarmi i protagonisti. Voglio entrare in quel mondo parallelo senza pregiudizi e senza aspettative.
Se poi la sinossi, come purtroppo succede per il libro di oggi, oltre a rivelare dettagli che preferirei scoprire da sola, lo fa anche in modo del tutto superficiale e fuorviante, l’effetto finale è ancora peggiore.

Mercoledì delle ceneri è un romanzo tutto incentrato sui suoi due protagonisti, Christy e Jimmy, che si alternano anche nel ruolo di voce narrante. Più si penetra nella loro mente, più si osservano le loro indecisioni, contraddizioni e il loro modo di agire e percepire l’altro, più ci si scopre incapaci di prendere una posizione, di preferire l’uno all’altra, e meno che mai in grado di descriverli attraverso uno stereotipo.
Paradossalmente, invece, è proprio con uno stereotipo che si apre l’ormai tristemente celebre sinossi: “Jimmy è un post-adolescente che si è arruolato nell’esercito per capriccio, e passa il tempo a strafarsi coi commilitoni; Christy è una giovane infermiera con la testa sulle spalle – fin troppo, vista la sua tendenza allo scetticismo e all’ipercritica.” 
Ora, può benissimo darsi che io sia priva di capacità di sintesi e astrazione, ma non mi sembra che queste due frasi rendano giustizia ai personaggi né alla capacità di Ethan Hawke di dipingerli nelle loro numerose e complesse sfumature. Quindi se iniziate questo libro azzerate tutto quello che avete appena letto, e lasciate che sia lo scrittore a presentarvi i suoi due protagonisti.
Perché forse non è poi un caso che i primi due capitoli si intitolino “Ecco a voi James Heartsock” e “Ecco a voi Christy Ann Walker”.
E il tentativo di semplificare le cose mi infastidisce ancor di più perché se c’è una cosa che questo romanzo mostra con grande forza e in modo estremamente vivido è proprio la profonda complessità di ogni essere umano, e di conseguenza di ogni relazione umana.
Il nostro io è così stratificato che ci è impossibile conoscere noi stessi, figurarsi gli altri. Siamo un puzzle composto di così tanti pezzi e con tanti pezzi mancanti che è impossibile amare completamente noi stessi, così come è impossibile amare completamente qualcun altro.
È possibile, però, ed è anzi necessario, trovare un ordine. È in quell’ordine stabilito che viviamo quotidianamente. Se viene meno, non possiamo far altro che costruirne uno nuovo.
Da secoli il Carnevale è la festa che celebra il sovvertimento dell’ordine stabilito. La festa che impazza intorno a Christy e Jimmy è la rappresentazione fisica del loro terremoto interiore, e il segno che di quel terremoto, di tanto in tanto, abbiamo bisogno tutti.
Durante il Carnevale non ci sono regole, tutto è concesso, l’ordine è sovvertito. Ci liberiamo dalla maschera che la necessità di trovare un ordine ci impone.
Ma ciò che siamo davvero è sotto la maschera o è la maschera stessa? O non sarà forse che siamo entrambe le cose?
Dopo un terremoto non si può far altro che ricostruire, ogni volta, con maggior consapevolezza.
E l’amore, per noi stessi come per gli altri, non è una scelta ma una continua conquista.

2 commenti:

  1. Ne avevo già sentito parlare bene; Ethan Hawke mi piace molto come attore, dai tempi dell''Attimo Fuggente. Lo metto in WL perchè mi hai molto incuriosita.
    ciao ciao!

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  2. La lettura è interessante, sembra quasi di star leggendo il copione di un film! Ovviamente non è un capolavoro, ma nel complesso è un buon romanzo e conferma il mio apprezzamento per Ethan :)

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