Ma quanti treni prendo negli ultimi
tempi?
Sto scrivendo questo post in treno, e
lo sto scrivendo su un libro letto da cima a fondo in treno, uno
diverso da quello su cui mi trovo adesso, of course.
Se calcolassi le ore che nelle ultime settimane ho trascorso sulle
rotaie otterrei...
Onde
evitare di trasformarmi nel conte del Gattopardo, che
sul letto di morte contava le ore che nella sua vita aveva "sprecato"
dormendo, sorvolo e passo oltre.
Anche perchè in questo post non
volevo parlare di treni, ma di Più libri più liberi,
la fiera della piccola e media editoria che si è tenuta a Roma tra
il 4 e l'8 Dicembre scorsi. Sono arrivata alla fiera di prima
mattina, dopo una serata fuori finita alla quattro, con gli occhi
gonfi di sonno. Il tempo di fare il biglietto, e gli occhi erano
spalancati dalla gioia e dallo stupore.
Ho camminato
entusiasticamente tra gli stand, osservando e aprendo i libri,
parlando con gli editori e scambiando opinioni con altri lettori. Ho
anche comprato, ovviamente, e troppo. Ma va bene così, ho raccolto
materiale per il blog. Adesso che ho anche una scusa per i miei
acquisti compulsivi è la fine!
Stand della Fazi
Editore. Una delle responsabili intercetta il mio sguardo che si posa
curioso su uno dei volumi in bella mostra sul banco e inizia a
parlarmene. Tempo cinque minuti, e mi ritrovo con il portafogli più
leggero e la borsa più pesante.
Il libro è Olive
Kitteridge di Elisabeth Strout, caso letterario degli ultimi
tempi. Già solo a leggere la quarta di copertina si ha la certezza
di non aver sbagliato. Una lista di encomi firmati Giordano, Baricco,
New York Timese chi più ne ha più ne metta. Detto per inciso, se
c'è una critica della quale mi fido quasi ciecamente è quella del
New York Times.
In più, dal libro
è stata tratta un'omonima serie televisiva prodotta dalla HBO e che
in Italia andrà in onda su Sky a partire da Febbraio.
E adesso la parte
più difficile. Si è capito che il libro è piaciuto a molti, se non
a tutti. Ma io cosa ne penso? La prima parola che mi viene in mente è
"interessante", che immagino sia l'aggettivo più usato
quando non si ha niente da dire. In questo caso, però, credo che sia
il termine appropriato per descrivere lo stile e la struttura di
Olive Kitteridge.

Così Olive,
insegnante di matematica in una piccola cittadina del Maine, è a
volte la voce narrante, altre volte una figura chiave e altre ancora
poco più che una comparsa. E forse dopo tutto questo si capisce
perchè io abbia usato l'aggettivo "interessante" :)
La trama in sè,
invece, è assolutamente irrilevante, nel senso specifico che
potrebbe essere diversissima e il romanzo non perderebbe nulla del
suo fascino.
Se non siete fan
delle raccolte di racconti, Olive Kitteridge potrebbe essere
il modo giusto di approcciarsi al genere. E se invece siete già
degli amanti delle storie brevi... Perchè non siete già in
libreria?
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